http://historydb.date/index.php?title=norwoodkessler1000 http://wiki.gta-zona.ru/index.php?title=holmandemir9417 https://moiafazenda.ru/user/Comfort.womeneney193/ http://mozillabd.science/index.php?title=sargenttrujillo0462 http://pandora.nla.gov.au/external.html?link=https://www.cfr.org/blog/women-week-south-korean-court-rules-favor-comfort-women https://flightgear.jpn.org:443/wiki/index.php?rohdekehoe132741 https://www.fondazionebellisario.org/si-inceppa-laccordo-giappone-corea-del-sud-sulle-donne-di-conforto/ Di Ornella del Guasto Il 28 dicembre Corea del Sud e Giappone hanno raggiunto un accordo definito storico, hanno scritto il magazine politico The Diplomat e la stampa internazionale, perché dopo decenni ha cercato di comporre la questione delle cosiddette “donne di conforto”, cioè delle donne che durante la Seconda Guerra mondiale furono costrette a diventare schiave sessuali dell’esercito imperiale giapponese. La cerimonia è stata formale: dopo molti incontri di lavoro che si sono protratti per mesi, il premier Shinzo Abe si è scusato ufficialmente per le sofferenze causate alle vittime e comunicato che il governo di Tokio finanzierà un fondo da 8,3 milioni di dollari per risarcire quelle di loro ancora in vita. In cambio Seul si impegna a considerare conclusa la questione ma il Governo coreano non si aspettava però le reazioni interne, più numerose del previsto, tra cui quelle di molte delle 46 donne sopravvissute. Una di loro, Lee Yong-soo, ha anticipato che ignorerà l’intesa “perché – ha detto- non è il denaro che ci interessa. Le scuse del Giappone non corrispondono al riconoscimento ufficiale della sua responsabilità”. Ma ancora più categorico e agguerrito è il Consiglio coreano creato per proteggere le vittime sessuali che ha accusato Seul di aver concesso troppo e ottenuto troppo poco, per cui l’accordo può essere definito solo un’umiliante azione diplomatica. Infatti l’aspetto spiazzante è stata l’assenza delle dirette interessate al tavolo del nego