https://www.amazon.it/Comfort-Women-Japanese-Empire-Routledge-ebook/dp/B0D77799S2 https://www.ilpost.it/tag/donne-di-conforto/ https://www.routledge.com/Comfort-Women-of-the-Japanese-Empire-Colonial-Rule-and-the-Battle-over-Memory/Yuha/p/book/9781032566443 https://www.altrenotizie.org/esteri/6810-comfort-women-tokyo-e-seoul-trovano-lintesa.html https://link.springer.com/book/10.1007/978-981-99-1794-5 https://www.doppiadifesa.it/sacrosanto-risarcire-le-donne-di-conforto/ Cara Michelle, per la prima volta nella storia, un tribunale ha condannato il Giappone a risarcire le cosiddette “donne di conforto”, e cioè le donne coreane che, durante la Seconda guerra mondiale, furono rinchiuse nei bordelli e costrette a prostituirsi con i soldati giapponesi. È una ferita aperta e sanguinante tra i due Paesi, che scatena polemiche da anni. Quelle donne dovettero subire l’inferno… Però mi chiedo come si possa condannare una nazione per errori che fece 80 anni fa. Mi sembra che, in nome del femminismo a oltranza, si stia un po’ esagerando… Carlotta Cara Carlotta, pensa anche solo all’orrore di questa definizione – “donne di conforto” –, passata alla storia per indicare le ragazze e le donne (circa 200.000), perlopiù sudcoreane, ridotte in schiavitù sessuale dall’esercito del Giappone prima e durante la Seconda guerra mondiale. Di fatto, un sistematico sfruttamento sessuale di massa, con stupri, torture e uccisioni. Queste donne furono persino costrette a cambiare il loro nome, per renderlo giapponese: un vero e proprio annichilimento. Non meraviglia che molte si siano tolte la vita. Le sopravvissute hanno vissuto in povertà, isolate, umiliate, ferite nel corpo e nell’anima; oltre ad aver subìto per anni violenze fisiche e psicologiche, si sono portate dietro quel trauma per sempre: in Corea, come in Cina e in Giappone, le loro vicende non sono mai state raccontate o divulgate, intorno al sesso e allo stupro c’era un tabù che non poteva essere superato. Come vedi, persino nelle sto